Cinquantanove anni fa il volo di Gagarin

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Il 12 aprile è la data scelta dalle Nazioni Unite per celebrare la Giornata mondiale dell’uomo nello spazio, in particolare per commemorare il russo Jurij Alekseevič Gagarin (1934-1968) che, il 12 aprile 1961, con un volo orbitale di 1 ora e 48 minuti (circa 41mila km percorsi) a bordo della capsula spaziale Vostok 1, diventa il primo cosmonauta della storia, viaggiando a una velocità di 27mila km/ora, velocità mai raggiunta prima da un uomo. Enorme successo propagandistico, dopo quello del lancio dello Sputnik 1 (4 ottobre 1957) e dello Sputnik 2 (con a bordo la cagnetta Laika, 3 novembre 1957), per l’immagine della tecnologia “spaziale” sovietica nel mondo.

Terzo di quattro figli, Yuri Gagarin nasce il 9 marzo 1934 in un piccolo villaggio nell’Oblast di Smolensk, nell’allora Unione Sovietica. Nella sua autobiografia (La via del cosmo) scrive – molto probabilmente sotto dettatura… – “Vengo da una famiglia comune, una famiglia di lavoratori come ce ne sono a milioni nella mia patria socialista. I miei genitori sono due semplici russi ai quali la Rivoluzione d’ottobre ha dato una vita piena e dignitosa”. Le sue umili origini, un vero figlio del popolo sovietico, lo fanno probabilmente preferire per motivi politici a German Titov (1935-2000), che il 6 agosto 1961, a bordo della Vostok 2, diventerà il secondo cosmonauta della storia, completando 17 orbite terrestri (circa 703150 km) durante un volo di 25 ore e 18 minuti. Con i suoi 25 anni al momento del lancio, German Titov risulta a tutt’oggi ancora il più giovane cosmonauta a volare nello spazio.

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